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Un Piano Europeo per il biologico

Lo scorso marzo, la Commissione Europea ha presentato un Piano Europeo per il biologico: entro il 2030 punta a incrementare produzione e domanda di cibi bio in tutta l'Unione, triplicando le superfici agricole coltivate con metodo biologico e dimezzando l’uso dei pesticidi e antibiotici. Un piano ambizioso che ogni paese membro avrà l'onore e l'onere di perseguire. Insieme.

Più bio per tutti

Più bio per tutti: è questo, in breve, l’obiettivo del piano d’azione presentato il 25 marzo dalla Commissione europea, per promuovere la produzione e il consumo di alimenti biologici. L’obiettivo auspicato è triplicare le superfici agricole coltivate senza utilizzo di ogm, pesticidi, concimi chimici o di sintesi: ovvero con metodo biologico. Entro il 2030, inoltre, si punta a dimezzare l’uso di pesticidi e antibiotici anche nel resto della produzione agricola.

Investimenti e appalti green europei

Per farlo, verranno stanziati investimenti per circa 49 milioni di euro per il solo anno 2021. Un altro strumento previsto è l’istituzione di appalti pubblici green, che prevedano l’inserimento di una percentuale di prodotti biologici nei criteri minimi obbligatori per gli appalti sostenibili. Infine, il 30% dei fondi previsti nel campo dell’agricoltura, della silvicoltura e della valorizzazione delle zone rurali da Horizon Europe, il programma quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione, verranno destinati al biologico.

L’Italia e la transizione al biologico

Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, definisce il piano d’azione europeo importante ed ambizioso. Certamente si tratta di un programma che mette a disposizione degli stati membri strumenti concreti per raggiungere gli obiettivi delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, con investimenti strategici in ricerca e innovazione per la transizione al biologico.

Ciò su cui è fondamentale puntare adesso è una legge dal nostro Parlamento, affinché la transizione sia tutelata a livello normativo su scala nazionale. Dotarsi di servizi di supporto e consulenza agricola, necessari per sostenere gli agricoltori nella conversione al bio, passa inevitabilmente dalla definitiva approvazione di una legge nazionale, che recepisca capillarmente le direttive europee.

Ci auguriamo e ci meritiamo un’Italia più bio, in un’Europa più bio!