Bimbi obesi: giovani malati?
di Giuliana Lomazzi (Terra Nuova Edizioni)
Questo è il drammatico binomio che prospettano gli studiosi per il futuro dei nostri bambini oversize. Un allarme rosso da non sottovalutare.
Siamo abituati ad associare le malattie cardiovascolari con la mezza età, non certo con la giovinezza. Ma a luglio 2012 i preoccupanti risultati di uno studio olandese (1) hanno prospettato un deterioramento della salute dei bimbi.
I ricercatori del centro medico universitario di Amsterdam hanno raccolto fra il 2005 e il 2007 i dati dell'unità della sorveglianza pediatrica olandese, basati sulla documentazione dei pediatri relativa a bambini e adolescenti di 2-18 anni con obesità grave, per un totale di 500 individui diagnosticati nel periodo in esame. Il 62% dei bambini gravemente obesi da 12 anni in giù aveva già almeno un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari: nel 56% ipertensione, nel 14% glicemia alta, nel 54% colesterolo buono basso. Insomma, il rischio cardiovascolare interessava ben i 2/3 di loro.
Dati poco confortanti.
La notizia non giunge come un fulmine a ciel sereno: da anni gli specialisti avvertono dei pericoli che si corrono non controllando il girovita dei piccoli. Che però spesso passa inosservato: a gennaio del 2011 un'inchiesta nazionale condotta nel Regno Unito su 1000 genitori ha mostrato che papà e mamma si arrabbiavano o sorprendevano sentendosi dire che il figlio era troppo grasso: il 14% dei genitori di obesi di 4-7 anni parlava di un semplice sovrappeso!
I piccoli inglesi non sono un'eccezione, tutto il mondo occidentale è interessato. In Europa, i dati Oms del 2010, raccolti a partire dal 2007 in 15 paesi, parlano di un 24% di obesi tra 6 e 9 anni. E le statistiche 2011 dell'istituto auxologico di Milano raccontano una realtà ancora più drammatica per il nostro Paese, addirittura maglia nera europea: il 36% dei bambini intorno agli 8 anni sono in sovrappeso o obesi.
La statistica è arrivata pochi mesi dopo il rapporto presentato dal professor Pier Luigi Rossi, medico specialista in scienza dell'alimentazione, davanti alla Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, presieduta da Alessandra Mussolini.
L'audizione parlamentare.
“Sono state acquisite valutazioni scientifiche attestanti che, se non sarà realizzata in tempi brevi un'efficace risposta alla obesità infantile, il rischio sarà che per la prima volta negli ultimi cento anni le nuove generazioni di bambini vivranno meno dei loro genitori" ha dichiarato lo specialista. In effetti i primi anni di vita sono decisivi per il benessere in età adulta: una vecchiaia sana va coltivata fin dalla più tenera età, e sono quindi i genitori a dover spianare la strada alla salute futura della prole.
Rossi ha poi trattato le cause a partire dal concepimento. “L'obesità infantile nasce già nella vita uterina quando la mamma ha brusche variazioni di glicemia e picchi di insulina. L'assenza di allattamento al seno, errori alimentari durante lo svezzamento, alimenti troppo ricchi in proteine e in glutine sono altre cause favorenti l'obesità e la diffusione di intolleranze intestinali e allergie alimentari. È davvero preoccupante poi la diffusione della celiachia".
Lo scienziato ritiene che alla base di tutto ci sia una riduzione della capacità sensoriale ormai “omogeneizzata” dei bambini, con un conseguente allontanamento di questi (e degli adulti) dal modello alimentare mediterraneo originario, basato sull'abbondanza di prodotti vegetali a scapito di quelli animali.
Ma gli errori non finiscono qui. “I bambini eccedono anche nella dose giornaliera di carboidrati semplici, responsabili di un incremento della glicemia e dell'insulina. Queste condizioni spostano tutto il metabolismo verso la lipogenesi, ovvero l'obesità. I bambini di 10-12 anni soffrono sempre di più di steatosi epatica (2). L'eccesso di grasso accumulato genera un precoce menarca nelle bambine, mentre nei maschi causa un ritardo nello sviluppo puberale”.
Senza contare che essere cicciotti da piccoli rende difficile essere magri da adulti, perché si ha un aumento delle dimensioni (ipertrofia) e del numero (iperplasia) delle cellule grasse, che poi ben difficilmente se ne vanno.
Gli effetti a breve termine li abbiamo sotto gli occhi: fiatone al minimo sforzo, derisione dei compagni, calo dell'autostima, movimenti goffi, articolazioni doloranti. Anche dal punto di vista dell'efficienza fisica, quindi, il futuro non è roseo (neanche per le casse della sanità, costrette a sopperire ai bisogni di anziani con difficoltà motorie).
Rapporti inascoltati.
La voce degli esperti tuttavia sembra cadere nel nulla, complice anche un'industria alimentare con molti prodotti ricchi di grassi e zuccheri e un'incalzante pubblicità rivolta proprio ai minori. A questo proposito Rossi ha sottolineato che in questo campo nazioni come Regno Unito, Francia e Spagna vantano leggi più avanzate per proteggere i piccoli.
I risultati di un sondaggio del 2010 curato da “Okkio alla salute”, un progetto governativo nato nel 2007 con l'obiettivo di promuovere la salute e la crescita sana dei bambini della scuola primaria, la dicono lunga a questo proposito. Il 68% dei bambini eccede con lo spuntino di metà mattina; il 47% consuma bevande gassate e zuccherate. Per quanto riguarda l'attività fisica, il 22% fa sport per appena un’ora alla settimana e solo 1 su 4 va a scuola a piedi o in bicicletta. In compenso il 46% ha la tv in camera e il 38% le dedica almeno 3 ore al giorno (nel conteggio rientrano anche i videogiochi).
(1) van Emmerik Nathalie M. A., Renders Carry M. et al., “High cardiovascular risk in severely obese young children and adolescents”, Arch Dis Child 2012-301877.
(2) Cioè del cosiddetto “fegato grasso”. L'accumulo eccessivo di grasso porta a un'infiammazione dell'organo che, con il tempo, può sfociare in un'insufficienza epatica.
Il decalogo della prevenzione.
Non è più il momento di pensare, è arrivato quello di agire scegliendo una dieta equilibrata per sé e per i propri bambini. Ecco in sintesi un decalogo.
1. Allattamento al seno. “Il latte materno soddisfa tutti i fabbisogni nutrizionali indispensabili allo sviluppo del sistema nervoso centrale (cervello), del sistema immunitario e di quello ormonale” scrive la biologa Michela Trevisan in Svezzamento secondo natura (Terra Nuova Edizioni, 2010). “Stabilisce inoltre la composizione corporea creando la giusta quantità di massa muscolare e massa adiposa”.
2. Dieta verde. Gli ortaggi devono costituire la base della dieta, affiancati dalla frutta. Il tutto sempre di stagione.
3. Cereali integrali (attenzione, come tutti i prodotti ricchi di fibre, vanno inseriti gradualmente nella dieta dei piccoli): i motivi per preferirli a quelli raffinati sono evidenti nelle parole di Rossi. Ricordiamo che non esiste solo la pasta, ma anche i cereali in chicco. E almeno due-tre volte alla settimana preferiamo quelli senza glutine (miglio, riso, amaranto, quinoa, saraceno).
4. No allo zucchero raffinato. Una recente ricerca californiana (1) ne parla come di un prodotto pericoloso, capace di dare dipendenza come alcol e tabacco. Gli scienziati evidenziano che in 50 anni il consumo è triplicato e che nello stesso periodo si è avuta una pandemia mondiale di obesità. Lo zucchero raffinato è nocivo e nient'affatto indispensabile nella dieta; ci sono molti dolcificanti naturali (malto, agave ecc.) che, se usati con moderazione, possono addolcire felicemente la vita.
5. Legumi. Associate ai cereali integrali, le proteine vegetali dei legumi danno tutti gli amminoacidi essenziali senza le problematiche causate da carne e pesce e dall'abuso di latticini.
6. Acqua. È l'elemento che compone la maggior parte del nostro organismo, fondamentale per molte funzioni. Perciò deve essere questa la bevanda di elezione, insieme a brodi e tisane, e non le bibite zuccherate e gassate.
7. Varietà. Serve a non annoiare il palato, ad assumere tanti nutrienti, a prevenire le intolleranze e le allergie.
8. Biologico e locale. Dare ai bambini cibi senza contaminanti chimici è sicuramente meglio, preferendo per quanto possibile anche il km 0.
9. Moderazione. Più si mangia... Attenzione soprattutto ai grassi, in particolare quelli saturi. Olio extravergine e un po' di semi oleosi sono le scelte migliori nel campo dei lipidi.
10. Attività fisica. È l'indispensabile corollario della dieta per prevenire l'obesità e le malattie della nostra ricca civiltà.
...e i bimbi vegetariani?
Senza carne e pesce i piccoli sono più esili, ma non necessariamente deperiti! "Alcuni studi hanno osservato che i bambini vegani, che mangiano solo cibi vegetali, all'età di 10 anni sono circa 2,5 centimetri più bassi e da 2 a 4 chili più leggeri rispetto ai bambini onnivori” afferma il professore Umberto Veronesi. “Ma raggiungono questi ultimi al compimento del ventesimo anno. D'altra parte, la crescita sempre più veloce dei bambini onnivori non è salutare".
Come convincere i figli? Ecco qualche suggerimento.
- Usate affetto e fermezza, mai l'imposizione.
- Se un cibo viene rifiutato non insistete troppo, riproponetelo in seguito in un altro modo.
- Proponete macedonie di frutta o di verdura.
- Offrite verdure tagliate con il pelapatate.
- Provate con gli spiedini o con i passati di verdura.
- Coinvolgete il bimbo nella spesa e nella preparazione dei piatti. (difficilmente rifiuta quello che viene preparato da lui!).
- Se nulla funziona non proponete alternative poco salutari, tipo patatine; nel pasto successivo mangerà senza tante resistenze!
- Se il bambino chiede il bis di dolce accettate, dicendo però di aspettare. un quarto d'ora; poi di solito la fame passa...
- Stimolate i bimbi a giocare all'aperto, dedicando loro un po' di tempo per attività fuori dalle mura domestiche
(1) Lustig Robert H., Schmidt Laura A., Brindis Claire D. “Public health: the toxic truth about sugar”, Nature 482, 27–29 (n° 02 febbraio 2012).