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Il grano creso, l'esperto risponde!



"Ho letto che almeno il 10% del grano italiano deriva dal GRANO CRESO modificato geneticamente. Nei vostri prodotti a base di frumento utilizzate questo tipo di grano?"

Il grano creso, iscritto al registro delle varietà dei frumenti nel 1974, è una varietà di grano ottenuta da un ibrido messicano di grani duri e teneri, incrociato con una linea del prelibato grano Senatore Cappelli, mutata geneticamente tramite irradiazione. Vulnerando il gene della crescita con i raggi x si ottenne una specie di grano molto più bassa (nana) e quindi più resistente agli allettamenti (abbassamenti) dovuti a vento e pioggia, questo permise di ottenere una varietà dalla resa agricola più elevata e più resistente agli attacchi di funghi e malattie.
Per questo il grano creso ebbe un’ampia diffusione negli anni 80 e 90, in alcuni stati come Australia, Cina, Usa, Canada e Argentina è stato usato largamente nei programmi di miglioramento genetico.
Proprio per il fatto che questa varietà non è frutto di una selezione naturale messa in atto da qualche geniale agricoltore, ma tutta “made in laboratorio”, sono sorte non poche preoccupazioni e diffidenze, soprattutto per il largo impiego che ne è stato fatto gli scorsi decenni. Attualmente è aperta anche una diatriba sul fatto che il grano creso e i suoi derivati possano aver giocato un ruolo non indifferente nell’aumento di casi di celiachia ed intolleranze al frumento.

Probios non utilizza grano creso nei suoi prodotti a base di frumento. I nostri produttori infatti garantiscono l’utilizzo di altre tipologie di frumento come Blasco, Bologna, Rieti, Aquilante, Nomade. Inoltre nel corso degli anni abbiamo messo in atto grandi sforzi per garantire materia prima coltivata in Italia dando spazio a grani di antica tradizione come il grano Senatore Cappelli originale, il Farro dicoccum e persino il farro piccolo Triticum monococcum, il tipo di farro più anticamente coltivato, che per la sua scarsa resa a livello agricolo è stato sostituito nel corso del tempo con varietà più resistenti e produttive.


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fonte: www.probios.it/RIVISTA