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Km0: il vicino genuino della porta accanto



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Km0: il Vicino Genuino della Porta Accanto


Il termine chilometro zero (km 0) – mutuato dal protocollo di Kyoto – indica una politica commerciale nella quale i prodotti vengono ottenuti, trasformati e venduti nella stessa zona di produzione. Quindi si predilige il prodotto locale garantito nella sua genuinità, in contrapposizione al prodotto globale spesso di origine non adeguatamente certificata.
In agricoltura un alimento definito a chilometro zero è quello così detto a “filiera corta” che, per giungere dal luogo di produzione a quello di vendita e consumo, ha percorso il minor numero di chilometri possibile (che tuttavia solo raramente sono davvero pari a zero), riducendo così l’impatto ambientale che il trasporto comporta, e in particolare l’emissione di anidride carbonica che incrementa il livello di inquinamento.
Inoltre chi abbraccia la filosofia del chilometro zero si preoccupa di esaltare il patrimonio agroalimentare regionale cercando di garantire un prodotto fresco, sano e stagionale. La stagionalità porta al rispetto del ciclo produttivo del terreno, che garantisce la maggiore genuinità del prodotto e la riduzione delle energie impiegate nel processo stesso.
L’uso consapevole del territorio comporta inoltre un abbattimento dei costi di produzione e permette al produttore-consumatore di riscoprire la propria identità territoriale.


La grande distribuzione che lavora con i grandi numeri prova spesso a standardizzare un prodotto puntando all’aumento della produttività a scapito della diversità. L’abitudine a trovare sempre qualunque tipo di frutta e verdura durante tutto l’anno, con il tempo ha inciso negativamente sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo. Al contrario una coltivazione che si affida alla vendita locale, all’utilizzo di agricoltura biologica che ha un basso impatto sul terreno coltivato e sull’aria che respiriamo, oltre al vantaggio di offrirci un cibo più sano, tutela anche il nostro ambiente, salvaguardando falde acquifere, suolo ed aria. Da uno studio condotto dalla Coldiretti, se ogni famiglia scegliesse prodotti locali e di stagione e ponesse attenzione a limitare sia gli imballaggi che gli sprechi, non arriverebbe a emettere più di 1000 chili di CO2 in un anno.


I canali di vendita del chilometro zero sono molteplici: tantissimi sono i mercati organizzati nelle piazze o in altri luoghi pubblici dove gli agricoltori si danno appuntamento per poter vendere i risultati del loro lavoro, ma ci sono anche le botteghe e i piccoli commercianti, sempre attenti a proporre prodotti di nicchia che probabilmente non si trovano al supermercato. Ma ci sono anche i distributori automatici, comparsi di recente in alcuni comuni, dov’è possibile acquistare addirittura il latte crudo appena munto!


A dimostrazione del cresciuto interesse di questo particolare commercio è stata lanciata dalla Coldiretti Veneto un’iniziativa, denominata proprio chilometro zero, dedicata al mondo delle pubbliche mense, chef e grande distribuzione, dove si stimolano i gestori a proporre ai consumatori prodotti preferibilmente stagionali e della zona. Si trovano già i mercatini agricoli distribuiti sul territorio in molte regioni italiane, soprattutto al nord, dove le tipicità vengono vendute senza intermediazioni, senza imballaggio e senza costo di conservazione. E in un momento in cui la nostra agricoltura ha senz’altro bisogno di sostegno, una modalità del genere consente anche all’agricoltore di vendere a un prezzo più corrispondente alla fatica e all’impegno impiegatovi.
Il Veneto è la regione che ha dato il via alla campagna per i chilometri zero, che è diventata poi la legge regionale n. 7 del 25 luglio 2008, la prima a livello nazionale in questo settore. Le finalità di tale legge, espressamente dichiarate nell’articolo 1, sono di incentivare l’utilizzo di prodotti locali nelle attività ristorative affidate a enti pubblici, incrementando in tale maniera la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli.


Dietro al termine chilometro zero c’è quindi di base il desiderio di cambiare davvero stile di vita.
La politica economica dei chilometri zero va quindi vista come qualcosa in continua espansione e farla nostra diventa sempre più un’esigenza sentita dalla maggioranza delle persone. Il contributo che tuttavia possiamo offrire per sostenere e velocizzare questa scelta di vita è diventarne consapevoli ogni giorno un po’ di più, coinvolgendo in questo percorso anche le persone accanto a noi.