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La scelta vegana - i focus di probios



I Focus di Probios: La Scelta Vegana


A cura di Lorenzo Lombardi:
Insegnante di Yoga ed arti marziali
Consulente ed esperto di Green Economy
Presidente dei Verdi Toscana


Sono vegano da circa 6 anni e vegetariano da 11.
Ricordo ancora le facce di tante persone quando 11 fa gli dicevo che ero diventato vegetariano (all’eta di 23 anni). E poi le classiche domande: “ma le proteine da dove le prendi?”.
Ora sorrido di fronte a queste domande ed invito le persone a praticare insieme a me, dato che dedico 5 ore al giorno alla pratica della meditazione, delle posture di Yoga ed alle arti marziali, ma non viene mai nessuno... soprattutto quando pratico Karate!


6 anni fa la scelta vegana.
A quel punto quando alle persone dicevo che ero vegano nelle loro menti appariva la domanda se fossi un alieno venuto a conquistare la terra. Domanda resa ancora più forte dal fatto di essere un “verde” cosa che alimentava i sospetti sulla mia provenienza da mondi lontani.
Scherzi a parte (ma non troppo) sono stato molto felice nel sapere dalla mia amica Elisa Favilli, responsabile marketing Probios, che nel loro sondaggio online fra clienti e followers, vi era la richiesta di avere maggiori informazioni sull'alimentazione e sulla scelta vegana. Sono felice perché solo la conoscenza rende liberi e noto che sempre più persone, specialmente quelle giovani, vogliono avere maggiori informazioni sulla scelta alimentare vegana.


La parola chiave è consapevolezza. Parola chiave nello Yoga e pertanto in ogni atto della nostra vita.
Siamo veramente consapevoli di cosa significa oggi avere nel piatto un pezzo di carne? Siamo veramente consapevoli di quanta sofferenza vi è dietro gli alimenti di origine animale, quanta sofferenza per uomini, animali e per il pianeta?
La risposta per molte persone è ancora no.


Nel 2006 la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura) emise un importante dossier sull’impatto ambientale dell’alimentazione carnea. Quando mi riferisco all’alimentazione carnea intendo alimentazione con proteine animali, ovvero carne, pesce, ma anche latte e derivati e uova.
La Terra produce cibo vegetale in abbondanza per nutrire molte più persone di quelle che attualmente la abitano, ma l’80% dei cereali del mondo (il 95% di quelli prodotti in USA) sono destinati ai circa 100 miliardi di animali che ogni anno vengono macellati per l’alimentazione carnea, per lo più ad uso e consumo del mondo occidentale.
Quei cereali da soli basterebbero per nutrire 8,7 miliardi di persone. E mentre in Africa ed in generale nel sud del mondo 40.000 bambini al giorno (al giorno, avete letto bene) muoiono per malnutrizione, in occidente 800 milioni di persone muoiono per obesità e la terza causa di morte in occidente è l’abuso dei farmaci.
Per fare posto ai pascoli sono stati distrutti migliaia di ettari di foresta amazzonica e delle foreste primordiali; senza pensare alle feci e le urine dei 100 miliardi di animali macellati ogni anno, avete idee cosa significa smaltire cacca e pipi di 100 miliardi di animali? Inquinano le acque e le loro fermentazioni intestinali producono il 37% del metano di origine antropica (che ha un potere calorifero ancora maggiore dell’anidride carbonica e quindi dannoso per l’effetto serra).
Per fare un chilo di carne servono oltre 15.000 litri di acqua, contro gli 800 circa per fare un chilo di proteine da fonte vegetale.
L’industria della carne produce il 18% di tutto l’inquinamento mondiale. Tutti i trasporti del mondo (auto, navi, aerei) il 12%. Potresti spendere oltre 20.000 euro per muoverti su un auto elettrica, ma solo diventando vegano introdurresti una volta e mezzo di meno di CO2 in atmosfera.


Poi chiaramente dietro quel pezzo di carne o di formaggio vi è la sofferenza di miliardi di animali. Vi sono animali costretti a vivere tutta la loro breve vita in spazi angusti per poi essere macellati, aperti e sgozzati, fatti a pezzi e poi diventare le fette di prosciutto nel panino.
Mamme che danno da mangiare ai loro figli la vita di altri figli strappati alle loro madri.


Questa è la famosa evoluzione dell’uomo? Se l’uomo è davvero il più evoluto degli animali tra i viventi, dovrebbe prendersi cura di ogni forma di vita, non torturarla e seviziarla.
Altrimenti è solo più forte, ma non più evoluto.
E se fosse così “naturale e normale” per l’uomo nutrirsi di carne, perché non portare i nostri bambini come fa per esempio mamma tigre quando insegna ai cuccioli a cacciare?
Per loro è naturale, ma invece la nostra società tiene ben nascosti i macelli invece lasciando fare il “lavoro sporco” ad altri. Dove è la nostra consapevolezza quando guardiamo i teneri vitellini e poi non vediamo lo stesso animale nel piatto?


Veniamo ad un'ultima fondamentale considerazione: perché i vegani non mangiano latte e derivati e uova?


Le mucche sono mammiferi esattamente come le donne. E come le donne producono latte solo quando partoriscono. Quel latte sarebbe pertanto destinato alla crescita del vitellino, che invece viene strappato alla madre, nutrito con surrogati del latte per poi essere destinato al macello. L’industria del latte e dei prodotti caseari è chiaramente strettamente collegata a quella della carne. La mucca viene ingravidata, il vitellino macellato ed il latte destinato all’alimentazione umana.
Peraltro gli uomini sono l’unica specie che beve il latte di un’altra specie. Sarebbe come se il cavallo bevesse il latte strappato alle donne umane, oppure se l’asino bevesse il latte di mamma gatta o mamma cane. Oltre ad essere già una cosa su cui riflettere da un punto di vista etico, vi è anche una questione di carattere salutistico, su cui dovrei scrivere un altro articolo altrettanto lungo, ma basta pensare ai tanti intolleranti al latte per capire che non è un alimento destinato all’alimentazione umana.
Su questo tema consiglio la lettura del libro “The China Study” uno studio sull’alimentazione condotto dai massimi esperti di alimentazione delle più importanti università statunitensi su 27.000 persone e che ha dimostrato il forte legame tra tumori, malattie autoimmuni (diabete, sclerosi) e cardiovascolari e l’utilizzo (specialmente in USA spropositato) di proteine animali.


Infine andiamo alle uova: nell’industria delle galline ovaiole, servono solo le galline femmine, ovvero quelle che produrranno uova. Pertanto i maschi vengono immediatamente “scartati” come fossero oggetti, perché inutili da un punto di vista economico, buttati vivi in trituratore per farne sottoprodotti dell’industria della carne.
Lasciando da parte la consapevolezza che sono esseri viventi.


Lorenzo Lombardi