In particolare, gli studi si sono concentrati sulla possibilità di favorire modelli agricoli ecologici con un ridotto impatto ambientale, ma che garantiscano, al contempo, alti standard di sicurezza alimentare. A fronte di questa possibilità, lo studio ha evidenziato la possibilità di dare vita ad un modello in grado di combinare produttività e crescente fabbisogno alimentare della popolazione.
Alla scoperta di un nuovo equilibrio alimentare
Da qui, la necessità di ri-educare i consumatori e la popolazione ad una dieta alimentare che faccia leva su un maggior consumo di cereali, frutta, verdura e proteine vegetali, riducendo così il consumo di carne, uova, pesce e latticini. In secondo luogo è emerso come sia molto importante lavorare sulla diffusione di una cultura alimentare più sostenibile e duratura, in grado di rispettare i tempi della natura e le necessità dell’organismo, evitando gli sprechi e favorendo l’uso sostenibile delle risorse naturali, che escluda l’uso di sostanze chimiche.
L’agroecologia come valida alternativa
I risultati dello studio hanno evidenziato come sia possibile soddisfare il crescente fabbisogno alimentare degli europei da qui al 2050 riducendo gli impatti ambientali a favore di una produzione diversificata e rinunciando l’uso di pesticidi e fertilizzanti. Si tratta di una valida alternativa ai metodi di coltivazione tradizionale, dunque, che nasce dalla necessità di cambiare un sistema che comprende più settori della società, come i territori, la comunità, l’accesso alle risorse ed il rapporto tra consumatore e mercato.