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Zanzare: proteggersi mangiando e senza tossine



Zanzare: difesa efficace senza tossine
di Nadia Tadioli


Piastrine, spirali e lozioni sono quanto di meglio la chimica ha saputo trovare per allontanare le zanzare, ma comportano rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Le alternative naturali ci sono, ma bisogna saper distinguere quelle efficaci.


È tornato il caldo e già da tempo le nostre notti sono funestate dallo snervante ronzio delle zanzare. La tentazione di correre al supermercato e comperare piastrine e lozioni è molto forte, ma basterà uno sguardo attento alle confezioni per capire che prima di effettuare un acquisto compulsivo è necessaria qualche riflessione in più. Siamo andati a guardare le etichette delle varie soluzioni proposte dalla grande distribuzione, poi abbiamo cercato le alternative naturali.
Ecco cosa abbiamo scoperto.


Le piastrine:
La prima cosa che salta agli occhi sulle confezioni delle comuni piastrine antizanzara è il simbolo di pericolo che ritrae un pesce morto e un albero senza foglie: questo sta a indicare che il prodotto è stato giudicato tossico per l’ambiente e gli organismi acquatici. Già qui viene da chiedersi: se è tossico per l'ambiente, non lo sarà anche per me? Leggendo poi l’elenco degli ingredienti, scopriamo che il principio attivo nella maggior parte dei casi è l’alletrina. Vediamo meglio quindi di cosa si tratta.
“L'alletrina è la variante semi-sintetica della piretrina, il principio attivo estratto dal piretro, una pianta della famiglia del crisantemo” ci chiarisce il chimico Daniele Minciocchi. “Alletrina, cipermetrina, tetrametrina e permetrina sono tutte sostanze che partono da questa molecola organica e sono state modificate per migliorarne l’efficacia e allungarne il tempo di stabilità. In natura infatti sono estremamente degradabili e hanno una durata molto limitata. Sono insetticidi relativamente innocui per l’uomo, che hanno sostituito i composti a base di fosforo e cloro, come il DDT, assolutamente poco degradabili e con la tendenza ad accumularsi nei tessuti grassi degli animali e degli uomini. Una certa tossicità tuttavia esiste, anche perché i diffusori rimangono accesi per molte ore, spesso in ambienti piccoli e poco aerati ”. Il consiglio quindi, se si decide di usarli, è quello di seguire attentamente le istruzioni “aerando bene il locale prima di soggiornarvi”. I rischi in caso di sovraesposizione sono sostanzialmente di tipo neurologico con sintomi come cefalea, vertigini, stordimento. È vero che i disturbi regrediscono una volta interrotta l’esposizione, ma non è il caso di sottoporre il nostro corpo a stress continuati.
“I piretroidi” specifica Minciocchi “sono spesso potenziati dal piperonyl butoxide. Anche in questo caso si tratta di una molecola semi-sintetica, derivata dall’eliotropina, che a sua volta è composta da vaniglina e benzaldeide , due composti ben tollerati”. Le piastrine sono quindi molto tossiche sugli insetti e sulla fauna acquatica, ma più clementi sui mammiferi. Non sono comunque sostanze benefiche, specie a lungo termine. E sono da sconsigliare agli allergici e agli affetti da asma bronchiale.


I diffusori automatici:
Assolutamente sconsigliati invece sono i diffusori automatici che spruzzano insetticida a intervalli di pochi minuti, perché moltiplicano la nostra esposizione a sostanze biocide e quindi intrinsecamente tossiche, senza per questo risultare più efficaci.
Va bene, si dirà, ma allora cosa posso fare? Beh, le alternative domestiche ai classici diffusori sono prima di tutto fisiche, a partire dalle zanzariere alle finestre o quelle da mettere sopra il letto. E' altrettanto importante però anche eliminare, da balconi e giardini, ristagni d’acqua di qualsiasi tipo, dove le zanzare si possono riprodurre. Quando non è possibile eliminarla, la soluzione è depositare monetine o fili di rame nei sottovasi, nei secchi d’acqua, o dovunque ci siano i ristagni d’acqua. Gli ioni e l'ossido di rame, infatti, impediscono in maniera permanente la schiusa delle uova.


Lozioni: alla larga dal DEET!
Quando siamo fuori casa però, restiamo nuovamente senza difese, ed è in questi casi che spesso ricorriamo alle lozioni da spalmare sulla pelle . Il più discusso principio attivo di spray, stick o lozioni antizanzara è il DEET (dietiltoluamide). Si tratta di un pesticida derivato dal toluene , potenzialmente neurotossico. Hanno fatto scuola gli studi di un farmacologo della statunitense Duke University, Mohamed Abou-Donia(1). Le sue ricerche, condotte sui topi (2), mostrano che frequenti e prolungate applicazioni di DEET causano la morte di neuroni in regioni del cervello che controllano il movimento dei muscoli, l’apprendimento, la memoria e la concentrazione. I ratti trattati con una dose di DEET che corrisponde, fatte le debite proporzioni, a quella mediamente utilizzata dagli esseri umani, mostra performance peggiori in termini di controllo dei muscoli, forza e coordinamento. I pPiù a rischio sono naturalmente sono i bambini, su cuii quali questi prodotti non andrebbero mai usati, perché il loro sistema nervoso è ancora in fase di sviluppo. Il consiglio di Donia è di usare questi prodotti solo saltuariamente per evitare possibili conseguenze sulla salute. Questi risultati sono stati confermati da uno studio dell'università a francese università di Angers e dall’Institut de Rrecherche pour le Ddéveloppement di Montpellier(3). Il DEET, è stato scoperto, va addirittura a inibire il funzionamento di un enzima chiave per il funzionamento del sistema nervoso centrale.
La capacita del DEET di penetrare nell’organismo umano si ritrova anche in un altro ingrediente degli insetticidi, la permetrina, studiata proprio per far penetrare all’interno degli insetti i veleni che li uccideranno. Certo, la nostra pelle è molto diversa da quella degli insetti, ma questo non sembra essere molto rassicurante.
L’altro grande principio attivo utilizzato nelle lozioni è l’icaridina, o Kbr, messa a punto dalla Bayer. È stata creata abbastanza recentemente e basa la propria azione sulla capacità di interferire con il sistema olfattivo delle zanzare, alterandone la percezione e rendendo insopportabile l’odore dell’uomo. I primi studiLe prime ricerche sono rassicuranti, la penetrazione sembra ridotta ed eliminata attraverso i reni, ma esistono ancora pochi studi sull’icaridinasu questa sostanza e il nostro consiglio resta quello di applicare il principio di precauzione.


Meglio le essenze naturali:
Non bisogna pensare ai rimedi naturali solo come a deboli palliativi: alcuni vantano un’efficacia che non ha niente da invidiare ai prodotti tradizionali . “L’olio di Neem, di cui esistono già lozioni e piastrine in commercio, è estratto dai semi o dalle foglie dell’Azadirachta Iindica ed è un vero e proprio insetticida naturale, riconosciuto anche dalla legislazione europea” specifica Marco Valussi, fitoterapeuta. È ancheSvolge anche un'efficace azione insetto repellente nei confronti dei pidocchi e di molti insetti, tiene quindi alla larga pure mosche e pidocchi. Anche se è complessivamente ben tollerato dagli organismi superioriN, non può essere presoassunto per via orale per bocca ed è meglio non usarlo puro sulla pellee, infatti nei prodotti che lo contengono è opportunamente diluito. , ma è complessivamente ben tollerato dagli organismi superiori e molto tossico per gli insetti. “L’azione dell’olio di Neem può essere potenziata miscelandolo a diversi oli essenziali che ne coprono anche l’odore poco piacevole” continua Valussi. “Sono molte le piante che contengono principi attivi interessanti, perché per loro è vitale difendersi dall’attacco degli insetti”.
Una delle molecole più efficaci è il citrale, che si trova nella'olio essenziale di citronella, neldi lemongrass, neldi gingergrass, nelladi melissa e neldi geranio. Molto attivo anche l’eucaliptolo, contenuto nell’olio essenziale di eucalipto e rosmarino, o il linalolo della lavanda, senza dimenticare gli agrumi e il tea tree .
“Un olio essenziale piuttosto promettente, di cui esistono diverse evidenze scientifiche che testimoniano la sua efficacia, è quello della Nepeta cataria.” continua Valussi. “Contiene alcuni composti chimici molto simili ai feromoni felini, che la rendono contemporaneamente molto amata dai gatti e molto odiata da zanzare, mosche e pidocchi. Anche l’olio essenziale di aneto contiene un numero elevato di composti repellenti decisamente interessanti” .


Ciò che non funziona:
Non tutti i rimedi naturali però funzionano: alla larga per esempio dagli ultrasuoni, perfettamente inutili dal momento che le zanzare non hanno udito, e la vitamina B6, che non impedisce di essere punti, anche se migliora il sistema immunitario e può ridurre la reazione alla puntura. Inutili anche i saponi antibatterici: è vero che è la flora batterica ad attirare gli insetti, ma questa si riforma in pochi minuti dopo il lavaggio. Pollice verso anche nei confronti degli zampironi: sembrano più naturali, ma i principi attivi sono piretroidi come nel caso delle piastrine. E la combustione necessaria al loro funzionamento non fa che peggiorare la situazione.


Proteggersi mangiando:
Nella ricerca di una via naturale alla lotta ai ponfi, anche l’alimentazione può essere un valido alleato. “Tutti i composti solforati, quelli contenuti in aglio, cipolla, porri, cavoli, sono sgraditi alle zanzare” spiega Paolo Giordo, medico omeopata e fitoterapeuta. “Quindi, una dieta ricca di questi alimenti aiuta, perché i composti solforati vengono espulsi con il sudore, rendendoci decisamente meno appetibili”. Sfortunatamente, questi composti, quando sono presenti oltre un certo limite, allontanano anche il resto del genere umano.
“Esistono alternative aromatiche più gradevoli” continua Giordo. “Chiodi di garofano, cannella, zenzero, fieno greco sono altrettanto sgraditi alle zanzare, ma non agli esseri umani. Ecco allora che una tisana ai chiodi di garofano la sera, oltre ad agire come disinfettante, aiuterà a prevenire le punture, così come una digestiva tisana alla cannella”.
Infine possiamo chiedere aiuto anche all’omeopatia. Secondo Giordo “tre granuli di Ledum palustre (5 CH) assunti la mattina a digiuno creano, dopo qualche giorno, una situazione energetica a livello cutaneo sgradita alle zanzare. La tintura madre di Artemisia vulgaris, infine, ha un’ottima azione preventiva: è sufficiente assumerne trenta gocce al giorno”.


Il dopo-puntura che funziona:
La puntura di zanzara non è in sé nociva, né particolarmente dolorosa: l’unico suo difetto è il prurito e la reazione allergica a posteriori. Per lenire questo fastidio, la prima cosa da fare è lavare la parte interessata con acqua fredda o anestetizzarla con del ghiaccio, per poi passare a qualcosa che prolunghi l’azione nel tempo. Il fitoterapeuta Marco Valussi consiglia di arricchire un oleolito di iperico, lenitivo per sua natura, con oli essenziali di lavanda, menta e garofano che leniscono, rinfrescano e riducono la sensibilità. È meglio applicarlo la sera, perché questo oleolito contiene sostanze foto-attivanti, che in alcuni casi potrebbero macchiare la pelle. Secondo l’omeopata Paolo Giordo un sollievo concreto dal prurito si ottiene assumendo più volte al giorno, e lontano dai pasti, 3 granuli Apis mellifica (5 CH) o di Tarentula cubensis.


 


(1) Abou-Donia MB et al, “Effects of daily dermal application of deet and permethrin, alone and in combination, on sensorimotor performance, blood-brain barrier, and blood-testis barrier in rats”, Journal of Toxicology, 2001.
(2) Terra Nuova si è sempre posta in modo critico riguardo le sperimentazioni sugli animali (si vedano i numerosi articoli pubblicati sull'argomento); tali studi però esistono e sono pubblicati in letteratura scientifica. Per questo li citiamo.
(3) Corbel Vincent et al, “Evidence for inhibition of cholinesterases in insect and mammalian nervous systems by the insect repellent deet”, BMC Biology, 2009